sabato 17 gennaio 2009

IL DIRIGENTE PROVINCIALE DI ALLEANZA NAZIONALE


Il dibattito che si è aperto nel centro destra in queste ultime settimane, circa la possibile alleanza con i popolari di De Mita, ha avuto il merito di aprire una riflessione ancora più importante e prioritaria:il futuro assetto della PDL.
Le diverse posizioni che sono emerse sui giornali, sia dei singoli partiti nonché delle varie anime esistenti all’interno di essi, i punti di vista di singoli esponenti e di aspiranti pidiellini, hanno fatto emergere un dato innegabile: la totale mancanza di regole, di luoghi di confronto e di dibattito nel nascente Partito delle Libertà. Nel centrodestra gia si parla di alleanze e candidature, senza che si siano stabiliti ancora regole certe per la conduzione del partito, non esistono direttivi o “direttori” che guidino questa fase di transizione. Proprio questo stato di cose, ci fa a trovare in situazioni del tutto singolari, ad esempio con convegni organizzati da associazioni vicine ad Alleanza Nazionale o al PDL (non è chiaro neanche questo) che invitano sottosegretari( non irpini) deputati del PDL a parlare del futuro dell’irpinia (cosa nobile) che però clamorosamente sfocia in un via libera ad alleanze più disparate.
Ecco il paradosso in questa fase chi ha il compito di fare scelte e dettare linee politiche?
A.N. e F.I. si sono gia “confuse” in una cosa immateriale e fluida dove regna il kaos e il tutti contro tutti, dove comandano tutti e nessuno?
Allora da qui mi riallaccio alla riflessione del Ministro Ronchi, che è apparsa sul Corriere della Sera dello scorso giovedì 15 gennaio. L’ex portavoce di Fini, in effetti sosteneva come attualmente la PDL sia terra di nessuno, un luogo dove appunto mancavo regole per la convivenza, progetti e punti di vista sull’Italia che vogliamo, dove non si può affidare la decisione di ogni cosa ad una mera proporzione matematica.
È si vero che Forza Italia detiene il maggior numero dei consensi del centrodestra, ma non per questo la PDL potrà essere una F.I. più grande, che assorbe semplicemente voti e consensi di A.N.
Nel partito della fiamma siamo abituati ad una politica ben diversa, fondata innanzitutto sui circoli cittadini, non come mera struttura fisica, ma come luogo di confronto e dibattito su problemi e questioni. Quindi ecco la vera forza del nostro partito essere ancora luogo di elaborazione e produzione di idee e di conseguenza luogo di socializzazione e di accrescimento umano.
Come si sta impostando il nuovo megapartito non avrà vita facile, anzi rischia di deragliare alla prima curva (ad esempio alleanze fantasiose) : è inimmaginabile chiedere agli storici militanti e dirigenti di Alleanza Nazionale fare da semplice comparse e restarsene seduti in panchina a guardare gli uomini di Forza Italia che dettano il gioco. Non si può affidare il futuro del centrodestra e dell’Italia tutta a due numeri 70e 30. L’ormai noto placet dato dai dirigenti provinciali azzurri all’alleanza con i De Mitiani è la madre di tutti gli esempi, forti della supremazia numerica e non curanti delle istanze degli alleati.
Quindi ha ragione il Ministro Ronchi quando da uno stop alla corsa verso il congresso del 27 marzo, perché vanno dettate e scritte ora le regole, non si può lasciare federazioni provinciali e circoli a “scannarsi” in una guerra senza frontiere. Alleanza Nazionale è un partito STRUTTURATO, con i militanti abituati a dire la loro in ogni decisione che assume il partito ed ha un elettorato radicato che ci tiene alla sua identità e ai suoi ideali che sono lontani dell’essere archiviati.
Quindi prima di inoltrarci nel cammino tortuoso (e sbagliato) dell’alleanza col vecchio padrone della politica irpina, bisognerebbe iniziare a stabilire ad esempio con quale criterio si distribuiranno le candidature alle prossime elezioni amministrative, in particolare alle provinciali; come saranno garantiti gli uomini e i dirigenti di Alleanza Nazionale? Come si riuscirà ad evitare la sicura emorragia di voti che si avranno se verrà seguita la linea di Forza Italia? Non vogliamo mica fare la fine del PD dove la “famosa fusione a freddo” sta creando solo sconquassi nel popolo di centrosinistra? La struttura di Alleanza Nazionale ha una peculiarità unica che è difficile far coesistere con l’idea di partito che hanno gli amici di F.I. che sono organizzati più sotto forma di comitato elettorale che come luogo di analisi e di proposta politica.
Ma siamo sicuri di voler archiviare cosi in fretta il più grande partito che la destra italiana abbia mai avuto? Non è meglio che A.N. continui ad avere una organizzazione a se stante che fedelmente e coerentemente resti federata con F.I. che potrà cosi assorbire nella PDL tutti quei micro partiti che pure gravitano nell’area di centrodestra?
Credo che sia giusto porsi questi interrogativi, prima che ci si avvii a fare del PDL un luogo ingovernabile e senza regole sulle orme del PD.
Antonio Prezioso Dirigente provinciale A.N. Avellino

1 commento:

Anonimo ha detto...

Presideee.....complimenti per la cravatta!!!!